Fra manganelli e razzisti: qual è la vera faccia dei giovani d’oggi?

di C.B.

Non so rispondere alla domanda che mi sono data, no, non so rispondere. Stavolta ho deciso di fare un articolo profondamente serio: i fatti italiani di Pisa e Firenze sono parecchio angoscianti: la polizia italiana ha caricato gruppi di ragazzi e ragazze delle scuole superiori che manifestavano il proprio pensiero, e la stampa si è sbizzarrita ed accanto l’indignazione del Presidente italiano Mattarella.

Accanto alla miglior gioventù c’è un lato oscuro, profondamente oscuro: il razzismo giovanile e il sottostimato suprematismo bianco in troppi giovani, in troppe teste calde. Il suprematismo bianco è un’ideologia razzista che promuove la convinzione nella superiorità della razza bianca sugli altri gruppi razziali. Questa ideologia sostiene il dominio e il controllo dei bianchi su altre razze, spesso attraverso la discriminazione, la segregazione e la violenza. Il suprematismo bianco può manifestarsi in varie forme, tra cui la promozione dell’etnia bianca come superiore e la diffusione dell’odio e della violenza verso individui e gruppi non bianchi. È una ideologia pericolosa che ha alimentato atti di violenza e oppressione nei confronti di minoranze etniche in molte parti del mondo.

Le cronache di atti razzisti nelle scuole sono ormai un “che” ordinario: i ragazzini giocano ad insultare i compagni di colore con insulti animaleschi e che offendono la dignità: anche l’Università non ne è immune. L’attuale conflitto in Europa e il clima mai pacificato in medio-oriente sono loro i veri promotori di un nuovo “vento razzista” oppure il razzismo non è mai stato sconfitto?

I libri di Educazione civica delle nostre scuole italiane dedicano pagine al fenomeno, offrono in classe spunti di dibattito e discussione ed accanto al dibattito c’è da capire quale sia il risvolto di queste iniziative: nelle aule di tutta italia il fenomeno è vivo e al tempo stesso è sopito, e spesso con buona pace di insegnanti, di genitori, cioè degli educatori della società.

Secondo HRW Alcuni degli abusi dei diritti umani più acuti e pervasivi si verificano in tempi di crisi e conflitti. La divisione Crisi e conflitti documenta, espone e sostiene la fine delle violazioni dei diritti umani e delle leggi di guerra durante conflitti armati, disastri umanitari e gravi disordini sociali o politici. Il team lavora anche su questioni come il cambiamento climatico e la migrazione forzata che possono provocare conflitti. Indaghiamo su come le misure adottate dai paesi in nome della sicurezza – come le leggi antiterrorismo su vasta scala e le tecnologie di sorveglianza di massa – possano minare i diritti umani. Il team si mobilita rapidamente per influenzare i decisori attraverso rapporti investigativi, comunicazioni strategiche e sostegno orientato agli obiettivi. Portiamo l’attenzione sulle crisi sottostimate, evidenziamo la difficile situazione delle persone emarginate, promuoviamo norme legali rispettose dei diritti e facciamo pressione affinché la giustizia protegga e promuova i diritti umani. Ma a mio dire tutto ciò deresponsabilizza l’azione politica degli Stati: credo che accanto a ciò che ho chiamato il “vento razzista” occorra promuovere un’azione etica nuova, perché è evidente che il vento del razzismo soffia nuovamente con una forza inquietante, minacciando di oscurare i progressi verso una società più giusta e inclusiva.

Quando nel 1991…

All’inizio degli anni Novanta Los Angel fu pervasa da un’ondata di guerriglia urbana:

La rivolta di Los Angeles del 1991-92 è stata una serie di violenti disordini civili che si sono verificati a Los Angeles, in California, negli Stati Uniti, a seguito dell’assoluzione di quattro agenti di polizia accusati di aver brutalmente picchiato un autista afroamericano di nome Rodney King. Il 29 aprile 1992, la giuria ha emesso il verdetto di non colpevolezza nei confronti degli agenti coinvolti nell’arresto di Rodney King, nonostante le immagini video mostrassero chiaramente un uso eccessivo di forza da parte della polizia. Questa decisione ha scatenato una reazione di rabbia e frustrazione tra la comunità afroamericana di Los Angeles, che si è tradotta in disordini su vasta scala.

Per sei giorni, la città è stata teatro di saccheggi, incendi dolosi, violenze e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Le immagini dei disordini sono state trasmesse in tutto il mondo e hanno portato l’attenzione nazionale e internazionale sulla questione delle relazioni razziali e della brutalità della polizia negli Stati Uniti. Alla fine dei disordini, ci furono oltre 60 morti, migliaia di feriti e danni materiali stimati in oltre 1 miliardo di dollari.

La rivolta di Los Angeles del 1992 ha evidenziato le profonde tensioni razziali e socioeconomiche presenti nella società americana e ha portato a una maggiore attenzione sulla necessità di riforme nel sistema di giustizia penale e nella polizia, così come sull’urgente necessità di affrontare le disuguaglianze socioeconomiche.

In Italia ci sono stati scontri gravi, gravissimi e tensioni forti fra manifestanzi e forze dell’ordine, l’imperativo etico sia per tutti Un mondo senza razzismo è un mondo migliore per tutti perché diversità è forza, non paura.