di Antonio Di Giorgio

E se non ci fosse un solo Dio?

Quest’interrogativo mi assilla da tutta la mia vita, e intendo che mi ha instillato dubbi sin da piccolo. Chi esiste davvero: un Dio, severo un po’ padrone e dominatore dell’Universo, oppure esistono più Dèi?

Il cuore dell’Uomo ha invocato dapprima gli Astri del cielo per il proprio conforto, e la preghiera così com’è intesa oggi, non aveva la forma odierna, lontana cioè dalla magia: in passato prima del nascere della preghiera c’era l’incantesimo.

I poemi omerici, le Scritture ebraiche, le Scritture egiziane e i Veda sono un compendio favoloso della spiritualità umana. L’attuale monoteismo imperante altro non è che l’esito, che il passaggio evolutivo, imposto a viva forza, dal cristianesimo.

Il cielo è abitato dagli Dèi? Si. E qual è questo cielo nel XXI secolo?

La prospettiva cristiana è abbastanza sconvolgente, perché attualmente nel contesto religioso cristiano accanto alla logica del “Sermone del monte” che è il punto di riferimento dell’etica e della morale del cristianesimo, si è imposta una gigantesca sovrastruttura respingente: Cristo odierebbe tutti i nemici della chiesa (istituzione che non ha mai veramente fondato, che fu creata da Paolo di Tarso), Cristo odierebbe i gaudenti, i fornicatori (strano perché li frequentava stando ai racconti dei Vangeli sinottici, mentre l’odio avverso alla categoria della lussuria lo crea Paolo di Tarso) ed infine Cristo giudice dell’Universo manderebbe all’inferno chiunque commetta un atto impuro oggi fondamentale nella prevenzione del cancro alla prostata o al cancro al seno. Tutto ciò che ho scritto non è che una somma abbastanza veritiera delle verità di fede cattoliche che sono all’interno del Catechismo cattolico redatto dai papi: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI due pontefici strani: il primo recentemente ha subito una pesantissima accusa di pedofilia circostritta dalle congetture sul caso Emanuela Orlandi, il secondo a causa della dilagante pedofilia ecclesiastica ha preferito il narcisistico ritiro dalle scene, con una abdicazione che lo ha reso santo nonostante le gaffe mostruose commesse che sono costate la persecuzione ad alcuni cristiani in parti del mondo in cui l’Islam è intollerante con chiunque. C’è di che essere anticlericali, se un cattolico iniziasse a capire come il Trono della Bestia a Roma sia fumante del fumo satanico, per parafrasare una metafora di un altro papa, Paolo VI. Eppure se il cristianesimo farebbe disgustare per l’apparato teologico respingente che possiede, il cristianesimo ha un’essenza inclusiva che ha contribuito all’evoluzione e al cambiamento delle mentalità.

Il cielo degli Dèi era un cielo misericordioso, più misericordioso di quanto si possa immaginare. Esiste nella letteratura religiosa pagana un corpo importante di preghiere agli Dèi e alle Dee affinché donino: pane, vino, clima sereno che non provochi cataclismi, che allontanino dalle città i pericoli delle invasioni di locuste e zanzare, che allontanino i morbi dagli animali, restituiscano la salute ai bambini come ai vecchi e tante, innumerevoli sono le preghiere in prossimità del fine vita. Questa memoria sta sparendo: queste preghiere, tuttavia si sono trasformate e sono entrate nelle consuetudini religiose e spirituali del monoteismo. La preghiera del Padre nostro ha origini molto antiche, presso i Sumeri e gli Egizi esistevano preghiere molto simili, in cui si invocava al cielo di sostenerci col cibo e di poter ottenere giustizia avendo subito dei torti: erano preghiere la cui base logica era dentro i confini delle leggi del Codice di Hammurabi del XVIII secolo a. C. che era composto da 282 clausole legali, il che fa supporre che quelle leggi esercitassero una potentissima influenza sociale e morale.

“Inno Vedico” (tradizione vedica)

Attraverso l’aria egli vola, volgendo lo sguardo a tutti gli esseri: con la maestà del cane celeste, con quella oblazione intendiamo pagrti il tributo di omaggio […] Nelle acque è la tua origine, sui cieli è la tua dimora, nel mezzo del mare e sulla terra la tua grandezza”.

“Contro lo spirito del male (tradizione sumerica e mesopotamica)

Partite partite, partite dal mio corpo, dal mio corpo fuggite e nel mio corpo non ritornate. Al mio corpo non accostatevi, il mio corpo non possedetevelo!